La
possibilità di raccontare uno o anche una serie di eventi attraverso una sola
immagine, non è una conquista della fotografia (anzi, da questo punto di vista
l’istantanea fotografica è stata dapprincipio un passo indietro notevole) ma è
una strategia che l’arte pittorica ha sviluppato nei secoli, prima
trasfigurando le storie in polittici, come in questo dossale di San Pietro martire, oggi alla Pilotta di Parma.
Bartolomeo e Agnolo degli Erri, Dossale di S. Pietro martire, XV secolo. |
Poi inserendo il protagonista all’interno
di un sentiero, metafora del viaggio terreno e contemporaneamente tracciato per
l’occhio dello spettatore, lungo il quale il personaggio compiva man mano le tappe
fondamentali della propria esistenza, come in questo affresco di Botticelli nella Cappella Sistina:
Sandro Botticelli, Prove di Mosè, 1481 |
Ma è attraverso il montaggio interno
all’immagine, quello che Lessing definirà “istante pregnante” (Laocoonte, 1766), che la pittura
raggiunge quella capacità di sintesi temporale che prefigura quella
foto-cinematografica. Due straordinari esempi ce li offre Giotto, negli
affreschi della Cappella degli Scrovegni di Padova: uno nell’episodio della resurrezione di
Lazzaro, l’altro in quello dell’entrata di Cristo a Gerusalemme.
Giotto di Bondone, Resurrezione di Lazzaro, Scrovegni, 1305. |
Nel primo,
aiutandoci con la suddivisione del quadro secondo la regola dei terzi, vediamo
come tutta l’azione sia descritta con estrema naturalezza, senza darsi a vedere
a prima vista. Partendo dal rettangolo in basso a destra vediamo due uomini
intenti a spostare una pesante pietra tombale; nello spazio a fianco Marta e
Maria che si prostrano ai piedi di Gesù a chiedergli il miracolo; il loro
sguardo e posizione ci conduce allo spazio più a sinistra, ad altezza mediana,
occupato dai corpi di Gesù e degli apostoli rivolti a destra; quello dietro di
lui sembra invitare, con un gesto del braccio, il gesto di benedizione di Gesù
che, ab-soluto, coincide con la immaginaria linea divisoria dei terzi. Il gesto
di Gesù viene ripreso subito a destra da uno degli astanti, con un braccio
alzato per lo stupore e l’altro ancora intento ad assistere all’evento, con la
mano sotto il mento, mentre dietro di lui altre braccia alzate gridano al
miracolo. Un altro braccio è abbassato a sciogliere il lenzuolo funebre che
avvolge Lazzaro, che già è in piedi a volto scoperto, vivo, alle sue spalle due
donne velate sembrano reggerlo ed esultare al contempo. Come la causa
all’effetto, il corpo risorto di Lazzaro corrisponde alla demarcazione
immaginaria dei terzi speculare a quella del gesto miracoloso di Gesù. A
destra, la parte sopra le loro teste è lo sfondo di un cielo azzurro che man
mano viene occupato dalla linea obliqua della montagna con alberi sotto la
quale era la tomba di Lazzaro: un climax ascendente che, da sotto il braccio
levato di Gesù giunge al suo culmine sopra il corpo risorto di Lazzaro. Tutto l’episodio
risolto in un’unica sintesi temporale grazie al montaggio interno degli
spazi/azione.
Il
secondo esempio è apparentemente meno movimentato e “luminoso” del precedente,
potremmo dire che appare statico per almeno 8/9 dell’immagine, ma quell’angolo
in basso a destra è folgorante.
Giotto di Bondone, Ingresso a Gerusalemme, Scrovegni, 1305. |
Solo il gesto benedicente di Gesù e la zampa
alzata dell’asino, nella parte centrale dell’immagine, danno un segnale
evidente di movimento in un contesto cadenzato dalle linee verticali delle
palme e dai bastioni. Ma umili sotto la porta della città e ai piedi di Gesù,
tre di coloro che lo stanno aspettando si sfilano le vesti per farne tappeto.
Sono tre, ma ciascuno sta svolgendo il gesto che quello successivo avanza, come
in time-lapse, fotogrammi di una unica azione.
Un altro
esempio di questo montaggio interno, a narrativizzare in sequenze un dipinto
proviene da un’opera relativamente più recente, che è stata analizzata sotto
questo punto di vista da un celebre scultore, August Rodin, e poi ripresa in
termini cinematografici da un altrettanto celebre cineasta, il già citato Ejzenstejn (in Teoria generale del montaggio). Si tratta del quadro di Watteau
del 1717 Imbarco per Citera, oggi conservato al Louvre di Parigi.
A. Watteau, Imbarco per Citera, 1717. |
Rodin-Ejzenstejn rilevano come la combriccola di coppie di innamorati che si
imbarcano per l’isola dell’amore e della felicità possa in realtà essere vista
come una sequenza di momenti differenti relativi all’imbarco e viaggio di
un’unica coppia. Oscurando infatti il quadro e illuminandolo, come utilizzando
un mascherino, in corrispondenza delle coppie che si presentano nel quadro da
destra a sinistra, si potrà notare come la prima li veda seduti all’ombra del
boschetto a scambiarsi profferte in presenza di un bambino con faretra (Amore) e sotto un erma di Venere,
la seconda con un giovane che aiuta l’amata ad alzarsi, la terza con i due in
cammino verso l’approdo con la donna che, voltata indietro, sembra al contempo
salutare la propria innocenza e al contempo invitare chi sta dietro a seguirli.
E così via, di coppia in coppia, fino all’approdo con l’imbarcazione e il suo
nocchiero già pronto al remo e uno stuolo di amorini alati che accompagnano il
viaggio fino all’orizzonte, dove un’analoga imbarcazione si intravede solcare
un placido mare. Stiamo descrivendo una panoramica cinematografica che
lentamente si sposta da destra a sinistra o una serie di inquadrature che, a
partire da un’inquadratura d’insieme (establishing shot) frammentano,
raccordandole sul movimento, l’erotico progresso di una coppia di innamorati.
Un bel videosaggio sugli argomenti trattati in questo post è stato creato da G. Tandoi:
Nome: Yanni
RispondiEliminaCognome: Wu
Matricola: 2090162
Commento per l'argomento--1.2. Il movimento nell'immagine fissa
Le diverse presentazioni di montaggio in differenti forme d’arte
La presentazione del tempo e spazio è un modo di presentare i cambi delle cose, nel settore d’arte, montaggio è un importante modo della presentazione del tempo e spazio, è essenzialmente registrare e raccordare gli istante pregnante(Lessing), perciò realizza un effetto sensibile dell'essere tutto più grande della parte. Dalla arte plastica alla arte cinematografica, il montaggio esiste costantemente, riassume il tema di un lavoro in un livello sensibile e complessivo.
Nella sezione della pittura, dalle pitture in polittici ai fumetti di animi, ordinano cronologicamente i più importanti istanti dei eventi. Questo ‘montaggio interno’ estende lo spazio d’immaginazione dello spettatore, attraverso le figure specifiche, si integra tutto l’evento e si sente complessivamente la figura generale del dipinto.
Come Primavera di Botticelli e la danza della vita di Munch, il cambio del protagonista della pittura viene presentato con una sorta di giustapposizione di figure in fasi diversi nello stesso spazio.
In PRIMAVERA, secondo una teoria popolare, va letta da destra verso sinistra, la Ninfa Clori viene rapita da Zefiro, e poi diventa incinta, trasformando in Flora, un’altra figura vicino a loro.

Primavera, Sandro Botticelli, 1482
https://en.wikipedia.org/wiki/Primavera_(Botticelli)
E in LA DANZA DELLA VITA, la fase d’amore viene presentata attraverso tre differenti figure nello stesso spazio, la donna si mette in bianco è l’inizio di un’amore, la donna in rosso e ballare con un’uomo è il climax d’amore, mentre la danna indossa in nero che è la morte di un’amore.

La danza della vita, Edvard Munch, 1899-1900
https://it.wikipedia.org/wiki/La_danza_della_vita_(Munch)
Si tratta di un montaggio più implicito, perché non conosciamo il tempo e il luogo specifici di questi azioni e cambi dei personaggi, motivo per cui questi dipinti danno alle persone un senso di mistero e alienazione. La figura complessiva dell’amore viene presentata da queste figure specifiche, ossia la coesistenza opposta di gioia e tristezza nell’amore.
Non solo nelle pitture, possiamo cercare questo tipo di montaggio anche nel teatro, nel teatro tradizionale cinese Sichuan Opera, la performance del "cambio di volto" esprime rapidamente diverse espressioni dei personaggi attraverso diverse maschere con differenti colori senza lasciare il palco, mostrando i cambiamenti emotivi dei personaggio in un livello più complessivo.

Bianlian(cambio di volto), Sichuan Opera
https://www.youtube.com/watch?v=K1IVyo7Txus
Alla fine, naturalmente, attraverso diverse inquadrature e modi di montaggio, l’arte cinematografica crea un effetto di movimento più intenso rispetto al movimento reale. Come nel film di Hong Kong INFERNAL AFFAIRS, il protagonista, un polizia Chen Yongren ha deciso di chiedere il suo compagno Liu Jianming sul tetto per la sua identità (crede che Liu Jianming sia un membro della banda), attraverso la ricombinazione di diverse inquadrature, un senso di movimento improvviso viene creato ed è più forte del movimento reale, il contrasto dei due personaggi perciò sviluppa al climax.
Infernal Affairs, Andrew Lau e Alan Mak Siu-Fai, 2002
https://www.youtube.com/watch?v=U14reeYLYBc