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giovedì 30 settembre 2021

Espansioni 2.1 2020

Su 2.1 Dal Modo di Rappresentazione Primitivo (MRP) a quello Istituzionale (MRI) hanno scritto anche:

E. Morini - 5 gennaio 2021

È molto interessante vedere il percorso dal MRP al MRI, dunque le metamorfosi del cinema attraverso la percezione e la rappresentazione visiva dello spettatore fino alla “morte dello spettatore teatrale” per assistere alla nascita di quello cinematografico.
Infatti deve passare un po’ di tempo prima che il cinema delle origini acquisti una propria identità specifica, dato che non costituisce uno spettacolo autonomo, in quanto inserito fra balletto, varietà e circo.
È dagli inizi del ‘900 che si inizia a dare rilievo alla messa in scena, al ruolo del regista e nascono i primi nickelodeon.
Nell’esaminare il MRP ho trovato interessante integrare il testo Introduzione alla Storia del Cinema di Paolo Bertetto dove s’evidenziano due modalità di rappresentazione nel cinema primitivo individuate ed elaborate ad opera di Tom Gunning e Andrè Gaudreault.
Troviamo infatti il sistema delle ”attrazioni mostrative” (SAM), dove l’attrazione è centrale, ad esempio con l’atto di attrarre facendo vedere, tramite il trucco e/o l’evento fuori dall’ordinario.
L’attrazione del cinema delle origini non si discosta molto da quella del circo, del vaudeville e di altri spettacoli che ospitavano il cinema all’interno del proprio dispositivo. Nei film dei primi anni troviamo infatti funamboli , clown , animali ammaestrati , danzatrici ecc. Il cinema "delle attrazioni" era quasi sempre uno spettacolo ambulante con pochissime sale cinematografiche, mentre nel sistema dell’ ”integrazione narrativa” (SIN) il racconto diventa l’elemento portante del sistema. Le inquadrature non sono più elementi autonomi con il solo scopo di presentare, ma tendono a integrarsi in una più vasta unità narrativa data dalla trama.
La centralità del racconto porta ad un processo di “Linearizzazione” narrativa delle inquadrature, ovvero le riprese, che comunicano fra la loro, tendono ad essere realizzate in funzione del montaggio.
Il passaggio dal cinema delle “attrazioni mostrative” al “cinema dell’integrazione narrativa” comporta anche un mutamento delle relazioni fra il film e lo spettatore, una nuova concezione della visione filmica.
Nell’attrazione troviamo uno spettatore che guarda e un attore che sa di esibirsi di fronte ad un pubblico. Vi è dunque un contatto diretto con la sala, con la realtà, mentre nel cinema dell’integrazione narrativa questo contatto è completamente negato, in quanto il film narrativo costituisce un universo finito e chiuso in sé stesso: è a questo punto che possiamo chiamare in causa il Modo di Rappresentazione Istituzionale.
Inoltre ho trovato cruciale questo passaggio da attrazioni mostrative a integrazione narrativa come momento in cui lo spettatore teatrale evolve in spettatore cinematografico.

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