Su 2.1 Dal Modo di Rappresentazione Primitivo (MRP) a quello Istituzionale (MRI) hanno scritto anche:
E. Morini - 5 gennaio 2021
È molto interessante vedere il percorso dal MRP al MRI, dunque le
metamorfosi del cinema attraverso la percezione e la rappresentazione
visiva dello spettatore fino alla “morte dello spettatore teatrale” per
assistere alla nascita di quello cinematografico.
Infatti deve passare un po’ di tempo prima che il cinema delle origini
acquisti una propria identità specifica, dato che non costituisce uno
spettacolo autonomo, in quanto inserito fra balletto, varietà e circo.
È dagli inizi del ‘900 che si inizia a dare rilievo alla messa in scena, al ruolo del regista e nascono i primi nickelodeon.
Nell’esaminare il MRP ho trovato interessante integrare il testo
Introduzione alla Storia del Cinema di Paolo Bertetto dove s’evidenziano
due modalità di rappresentazione nel cinema primitivo individuate ed
elaborate ad opera di Tom Gunning e Andrè Gaudreault.
Troviamo infatti il sistema delle ”attrazioni mostrative” (SAM), dove
l’attrazione è centrale, ad esempio con l’atto di attrarre facendo
vedere, tramite il trucco e/o l’evento fuori dall’ordinario.
L’attrazione del cinema delle origini non si discosta molto da quella
del circo, del vaudeville e di altri spettacoli che ospitavano il cinema
all’interno del proprio dispositivo. Nei film dei primi anni troviamo
infatti funamboli , clown , animali ammaestrati , danzatrici ecc. Il
cinema "delle attrazioni" era quasi sempre uno spettacolo ambulante con
pochissime sale cinematografiche, mentre nel sistema dell’ ”integrazione
narrativa” (SIN) il racconto diventa l’elemento portante del sistema.
Le inquadrature non sono più elementi autonomi con il solo scopo di
presentare, ma tendono a integrarsi in una più vasta unità narrativa
data dalla trama.
La centralità del racconto porta ad un processo di “Linearizzazione”
narrativa delle inquadrature, ovvero le riprese, che comunicano fra la
loro, tendono ad essere realizzate in funzione del montaggio.
Il passaggio dal cinema delle “attrazioni mostrative” al “cinema
dell’integrazione narrativa” comporta anche un mutamento delle relazioni
fra il film e lo spettatore, una nuova concezione della visione
filmica.
Nell’attrazione troviamo uno spettatore che guarda e un attore che sa di
esibirsi di fronte ad un pubblico. Vi è dunque un contatto diretto con
la sala, con la realtà, mentre nel cinema dell’integrazione narrativa
questo contatto è completamente negato, in quanto il film narrativo
costituisce un universo finito e chiuso in sé stesso: è a questo punto
che possiamo chiamare in causa il Modo di Rappresentazione
Istituzionale.
Inoltre ho trovato cruciale questo passaggio da attrazioni mostrative a
integrazione narrativa come momento in cui lo spettatore teatrale evolve
in spettatore cinematografico.
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